I dolmen di Bronte

di P.R. Arcadia80

Queste due strutture megalitiche di tipo dolmenico furono segnalate per la prima volta nel 2015, site nel territorio di Bronte (Ct), nel versante nord-occidentale dell’Etna, lungo le valli del Simeto e l’Alcantara. L’accostamento all’età preistorica di queste strutture si basa soprattutto sulle loro caratteristiche architettoniche, non essendo state ancora oggetto di scavo. Tuttavia la loro esistenza apre ulteriori prospettive verso lo studio del megalitismo in Sicilia, ampliando, inoltre, l’area di diffusione del fenomeno. In c/da Cuntarati, a ovest dal centro urbano di Bronte, sono poste queste due strutture megalitiche, su una terrazza presso la sponda sinistra del fiume Simeto. Le due strutture sono allineate l’una con l’altra e collegate da un muro curvilineo in grandi blocchi di pietra lavica, alcuni dei quali crollati o rimossi. Ad oggi possiamo affermare che entrambe fanno parte di un unico complesso, probabilmente a carattere funerario, secondo una prassi riscontrata durante l’antica età del Bronzo. Altrettanto interessante è il fatto che esse rappresentino tipologie tombali differenti, innestate in un territorio dove la sepoltura all’interno delle grotte naturali appare la prassi più diffusa.

– Dolmen “A” – La prima delle due strutture (posta più a Est) è un vero e proprio dolmen, formato da tre lastroni di grandi dimensioni, appena sbozzati, spessi mediamente 0,50 mt e alti 1,20 mt. Collocati verticalmente, reggono un quarto lastrone altrettanto grande, posto a copertura, la cui faccia superiore mostra la tipica cordonatura delle lave di questa zona. Tra la lastra di copertura e quelle verticali sono posti blocchetti pure di pietra lavica di piccole dimensioni per rinzeppare e livellare le superfici su cui poggia. Sono stati proposti confronti con altre strutture note in Sicilia ed il più convincente sembra quello con il dolmen presente su Monte Bubbonia, presso Gela, già noto ai tempi di Orsi, che somiglia oltre che per l’aspetto e dimensioni anche per alcuni dettagli tecnici come l’uso di rinzeppare con piccole pietre lo spazio tra il lastrone di copertura e i piedritti (la tecnica richiama anche il dolmen a corridoio di Mura Pregne presso Termini Imerese).

– Dolmen “B” – La seconda costruzione posta più a Ovest della prima, è formata da quattro grandi blocchi squadrati di pietra lavica che costituiscono un breve dromos, sui quali è posto a copertura un blocco di grandi dimensioni appena sbozzato. Nell’insieme costituisce un piccolo portale inserito in un muro che doveva avere la funzione di vera e propria facciata ad andamento concavo (che ricorda quella delle tombe di c/da Paolina di Ragusa e di Castiglione di Ragusa). Il passaggio tra i quattro blocchi risulta ostruito, nella parte
posteriore, da almeno due filari di pietre che potrebbero essere parte del crollo di una struttura posta dietro (di tale struttura, di forma circolare, si conserva oggi gran parte del perimetro formato da grandi blocchi irregolari, il cui interno è completamente occupato dalle pietre appartenenti al crollo o accumulatesi).

In tutta l’area sono presenti numerosi frammenti di impasto sicuramente di epoca preistorica, alcuni riferibili a pithoi cordonati o a coppe su piede del Bronzo Antico, e abbondante materiale litico, soprattutto schegge e strumenti in quarzite. In questa stessa area si contano almeno altre quattro strutture simili ma in peggiori condizioni di conservazione rispetto a quelle descritte.

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