Angeli: un culto a se stante?

di P.R. Arcadia80

Cenni storici:

Definiamo Angelologia quel settore di studi dedicato alle dottrine riguardanti entità spirituali definite “angeli”, cui esistenza è menzionata presso diverse culture, come quella sumera (ove erano Sukkal) e poi assiro-babilonese, iranica e giudaica oltre che su fonti concernenti la mistica ebraica piuttosto che varie sotto-culture o correnti di matrice teologica/filosofica più o meno durature nei secoli. Ad essa si affianca lo studio assunto come “demonologia”. Dobbiamo specificare che si “affianca” e non si “contrappone” poichè basterebbe pensare alla commistione giudaico-cattolica ove i demoni sono in principio angeli poi corrotti. Sappiamo che “angelo” è il “mal’akh” ebraico, il messo, l’inviato.

Fin dall’antichità, l’uomo, volgendo gli occhi al cielo, osservava il ciclo regolare degli astri e stabiliva su di essi la misura del tempo e il “calendario”. I corpi luminosi della volta celeste gli suggerivano soprattutto che il mondo è governato dalla legge del “ritorno eterno” e che, dall’alto, essi impongono alle cose della Terra certi ritmi sacri che sfuggono al suo controllo e alla sua comprensione. La luna, i pianeti e le stelle rappresentavano ai suoi occhi manifestazioni di potenze soprannaturali ed egli, per assicurarsene il favore, rendeva loro spontaneamente un culto. L’uomo assegnò così dei nomi e distinse nel cielo le costellazioni, riconoscendo in esse figure enigmatiche e simboliche.

Le speculazioni sull’Universo di Platone e Aristotele contribuirono all’idea che stelle e pianeti fossero esseri animati e creature intelligenti. Arrivando ai Padri della Chiesa, la concezione degli “astri animati” venne scartata da Tommaso d’Aquino, ma Agostino d’Ippona prima e Papa Gregorio I successivamente, dichiararono concordi che “i corpi celesti si possono considerare mossi da creature spirituali che si vogliano chiamare Angeli o Intelligenze o, meglio ancora, Intelletti separati”.

Il legame fra Angeli e pianeti rimase nel culto della Chiesa, anche se con alterne fortune. Anticamente venivano venerati sette grandi Angeli identificati quasi sempre con i sette pianeti e denominati in diversi modi: “Sette Occhi del Signore”, “Sette Troni”, “Sette Luci Ardenti”, “Sette Reggitori del Mondo”.

Fu l’Arcangelo Raffaele che parlò di sette Angeli nel rivelare la sua vera identità a Tobia. Raffaele gli si era presentato con l’aspetto di un comune mortale, dicendo di chiamarsi Azaria, figlio di Anania. Al momento di congedarsi così si rivelò al giovane: “Io sono Raffaele, uno dei Sette Angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” (Tb 12, 15).

L’ Angelo non rivelò altri nomi ma in scritture considerate “apocrife” incontriamo i nomi dell’ Angelo Azariel (aiuto di Dio) e Ananael (grazia di Dio).

Un “conflitto di interessi” con la Chiesa?

Per tutto il Medioevo, sotto l’influsso di numerose scuole cabalistiche operative soprattutto in Spagna e che spesso si connettevano direttamente a correnti “gnostiche”, cominciarono a diffondersi collezioni di informazioni riguardanti “angeli e demoni”, con trattati sui loro nomi e sui loro attributi o sulla numerologia ad essi connessa. Il diffondersi di queste “nuove” informazioni portò anche a strutturare culti dedicati, legati sì dunque alla Chiesa ma, al contempo totalmente autonomi e suffragati da fonti!

I nomi dei sette Angeli rimasero nei Messali per secoli; furono approvati anche dal domenicano Padre Gastaldi, ricordato come spietato inquisitore. Egli scrisse nel suo libro “De Angelis” che la venerazione dei Sette Spiriti nell’ambito della Chiesa Cattolica era sempre stata legittima in tutti i tempi e che anzi era necessaria per il sostegno morale e la fede dei figli della Chiesa. A Roma, nel 1561, papa Paolo IV decise di far costruire una chiesa in onore degli Angeli. Convocò dunque in Vaticano Michelangelo, accettò il suo splendido progetto, e in tre anni il “tempio dei Sette Angeli” fu consacrato e aperto al culto. Circa cento anni dopo, però, i nomi che ornavano l’affresco sull’altare maggiore furono fatti cancellare all’improvviso per ordine del cardinale Albizio. E poco tempo dopo gli stessi nomi scomparvero dai messali in uso per il “Vespro dei Sette”. Nel 1825 papa Leone XII ripristinò il servizio religioso in loro onore. Inoltre, quando papa Pio V concesse alla Spagna di celebrare questo “servizio divino”, i Gesuiti ne furono particolarmente felici, perché attribuirono all’aiuto prodigioso ricevuto da questi Angeli il loro successo nell’evangelizzazione delle Filippine.

Sarà soltanto nel 1992, con il decreto “Littieris Diei” in cui il magistero pontificio chiarirà che: “[…] è illecito insegnare o utilizzare nozioni sugli Angeli o Arcangeli, sui loro nomi personali e sulle loro funzioni a meno che non sia strettamente collegato a quanto trova diretto riscontro nella Sacra Scrittura… Viene proibita ogni forma di consacrazione a loro e culto per loro.[…].”

Nomi “canonici” e nomi “occulti”:

Sette Angeli o Arcangeli possedevano nomi occulti (e quindi che non potevano o dovevano essere pronunciati) e nomi “canonici”, con cui venivano menzionati nei Messali. I nomi consentiti e i loro attributi sono i seguenti:

Mikael (“Quis ut Deus”, “chi è come Dio”), Gabriel (Forza e Potenza), Raphael (Virtù Divina), Uriel (“Lux et Ignis”, Luce e Fuoco), Scaltiel (Parola), Jehudiel (Gloria), Barchiel (Beatitudine).

Per quanto concerne i nomi “occulti” è possibile risalire a diverse tradizioni, cito qui coloro menzionati dai Cabalisti ebraici:

Uriel, Raphael, Raguel, Michael, Suriel, Gabriel, Yerachiel.

Un’altra fonte proviene inoltre dai testi dei Sabei di Harran, una corrente filosofica/religiosa in cui confluirono i culti assiro-babilonesi, gli influssi della Grecia classica e infine il filone stoico-ermetico. Questi i nomi e la connessione ai pianeti:

Isbal (Saturno), Rufiyael (Giove), Rubyael (Marte), Sams (Sole), Bitael (Venere), Haraquiel (Mercurio), Syliael (Luna).

2 pensieri riguardo “Angeli: un culto a se stante?

  1. Molto intrigante questo articolo, devo ammettere che si tratta di un campo di studi per me nuovo, ma é un ambito che potrebbe essere proficuo anche per ricerche di carattere interdisciplinare: in particolare riguardo la psicanalisi, per capire il rapporto che lega la psiche con queste figure mistiche molto antiche, e la teologia nel complesso.

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    1. L’idea è infatti progettuale ed avrebbe scopo didattico in termini più ampi… e proprio nel settore della psicanalisi, ad esempio, potrebbe integrare gli studi empirici con nuove informazioni -diciamo- “slegate” dalle imposizioni convenzionali di sorta dettate dalle sovrastrutture precostituite fin qui esclusivamente valutate…

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